CON WELFUR VINCONO TUTTI
Nasce da queste premesse il citato progetto WelFur, avviato nel 2009 dalla European Fur Breeder’s Association (Associazione Europea degli Allevatori di Pellicce) e basato sul progetto Welfare Quality della Commissione EU. Si tratta di un programma di certificazione del benessere animale all’interno degli allevamenti che incorpora diversi sistemi di misurazione in un sistema unico e onnicomprensivo, completo e all’avanguardia. La verifica avviene da parte di soggetti super partes attraverso tre controlli che hanno luogo in tre diversi periodi dell’anno: il tempo dell’allattamento, della crescita e in inverno. Dopo il primo check approfondito, le verifiche avranno luogo una volta all’anno per il mantenimento dello status richiesto dalla certificazione. Bente Krogh Hansen è una delle certificatrici più appassionate e qualificate del progetto WelFur, e spiega come gli allevamenti non abbiano nulla da temere nel sottoporsi al controllo, ma solo da guadagnare. “Si tratta solo di buone capacità di conduzione. Se l’allevatore è concentrato sugli animali e si prende cura di loro, non avrà alcun problema ad avere la certifica.” Agli allevamenti viene rilasciato un documento approfondito e completo che si dimora strumento eccellente per fare il punto sui possibili miglioramenti da introdurre all’interno dell’azienda per incentivai, il benessere animale, ottenendo un punteggio ancora maggiore in occasione del rinnovo dell’esame WelFur. I benefici nell’aderire all’iniziativa sono molteplici: a partire dal 2020 le case d’asta europee avranno il permesso di commerciare unicamente pelli e pellicce certificate e questo, lungi dall’essere una pesante imposizione, funziona come strumento di promozione verso il pubblico e di analisi per gli specialisti del settore. Un circolo virtuoso i cui diretti beneficiari sono gli animali, seguiti dagli operatori del settore in immediata successione. Un’industria come quella delle pellicce, sottoposta a facili critiche dall’opinione pubblica, trova in WelFur uno strumento efficace e cristallino di difesa. “WelFur osserva e produce fatti, non emozioni. Se qualcuno comincia a mettere in dubbio gli standard aziendali, la certificazione risulta un documento scientificamente valido per attestare la qualità del lavoro nell’allevamento. Il contrattacco viene minato alla base: è difficile controbattere alla scienza, che ricerca l’obiettività per definizione”, puntualizza la Hansen. L’accuratezza e l’attualità dei metodi è supportata dall’immenso sviluppo scientifico degli ultimi 40 anni nel campo del benessere animale. “Le condizioni di vita negli allevamenti non sono solo un problema etico, ma un importante campo di ricerca”, ricorda Denis Simonin. WelFur è già la scelta della quasi totalità degli allevamenti in Italia; NAFA, KF e Saga venderanno solamente pelli certificate a partire da Dicembre 2019 si sviluppa parallelamente a industrializzazione e urbanizzazione. Sono questi i processi che allontanano gli animali dal loro ruolo storicamente centrale nella vita quotidiana, sostituendoli con le macchine. Sono inoltre gli stessi meccanismi prima citati a cambiare il modo comune di considerare la vita animale, ora asservita a risorsa commerciale da sfruttare. Viceversa, gli animali da compagnia vengono progressivamente umanizzati: questo influisce in larga misura sulla percezione del benessere animale come argomento di primaria importanza.” Il consumatore finale considera ormai vari fattori durante l’acquisto. non da ultimo le condizioni in coi vive I animale sfruttato per la produzione. “Il concetto di black box – non chiedere, non guardare, comprare e basta – non funziona più nella nostra società iperconnessa, e molti produttori cominciano a capirlo. La velocità di reazione alle polemiche è generalmente lenta, ma l’esperienza ha dimostrato che l’apertura e la trasparenza sono strategie vincenti. Il settore pellicceria, affetto storicamente da critiche da parte degli animalisti, è stato il primo ad adattarsi e rinnovarsi alle nuove esigenze etiche e ha sviluppato una strategia adeguata. ll modo migliore di combattere l’ignoranza è farlo attraverso la conoscenza qualificata: la categoria dei pellicciai ha centrato la questione con l’auto-promosso e dal 2020 i negozi saranno dominati dall’etichetta WelFur senza eccezione. Il settore pellicce non si ferma: Fur Europe ha avviato un progetto per valutare l’impatto ambientale del processo produttivo della pellicceria i cui risultati non sono ancora disponibili. Ma l’iniziativa in sé dimostra come la questione ambientale continui ad occupare un posto prioritario nell’agenda della federazione, insieme al benessere animale.
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